Sanremo e le canzoni della nostra vita

Eccola arrivata la settimana di Sanremo, e data la circostanza colgo l’occasione per ringraziare quelle canzoni e quei dischi che, più di altri, tenendomi per mano ad ogni passo, hanno intrecciato la mia vita con le loro note.

1994-1995 e il Personal Computer

Una bambina biondina scopre il Personal Computer e la connessione 56 kbps giocando a campo minato sulle note di Amami, Alfredo; Losing My Religion; One uf Us.

1997-98 e La solitudine

Laura Pausini esordisce nel 1993 al Festival di Sanremo, ma io ricordo che, anni dopo, scrivevo sul diario di scuola il testo della canzone. Forse era un Diddl (il diario). Solitudine a parte, io e la cantante romagnola non abbiamo poi fabbricato tanta farina insieme.

1999 e l’ambulante amico

Una bambina affacciata al balcone canta “Ambulante amico”, bramando il profumo di un Daisino con le sue allegre righine segnate dal pirottino. Abusivi di necessità dei Tinturia è il mio primo disco del cuore.

E così la mia passione per alcuni gruppi locali, nel genere punk/funk, si è conservata intatta fino ad oggi. E credo che nella vita bisognerebbe trovare qualcuno che ci faccia scattare la molla e ci renda felici come la musica dei QBETA.
Da dove cominciare con l’ascolto? Arrake; Lievito e sale.

2001 e il mio primo, nitidissimo, ricordo del Festival di Sanremo.

Ero a casa della nonna, come sempre in quegli anni. Una dea vestita di bianco, scende le scale a piedi nudi, è lei: Elisa. Con la sua voce dolce e limpida canta Luce (tramonti a nord est). È la mia artista donna preferita da sempre. Tra l’altro leggo che la sua canzone detiene il record assoluto per essere la più premiata al Festival di Sanremo, con ben sei riconoscimenti.

Ancora 2001 – con Top of the Pops, biciclette e… Rosso relativo!

2003-2004 – Passeggio

Con un gruppo di amici e amiche, che avrei poi perso strada facendo, ho trascorso almeno due intere estati a fare sali-scendi dal campo sportivo alla villa comunale del paese. Passeggiavamo vestiti eleganti, con le ciabatte a chiodini dell’Arena (mi chiedo dunque se è il caso di stare a criticare le mode degli adolescenti di oggi). Cantavamo Mary è andata via dei Gemelli diversi. E io, più o meno nello stesso periodo, ricordo i tuffi nella piscina di un’amica cantando a squarcia gola “è un’emozione il tuo corpo che si muove” degli Brothers (ok, Sexy girl, ora che lo scrivo finalmente il titolo mi entrerà in testa; e mi sa che sarebbe il caso di rifare la sua analisi del testo).
Mary esce nel 2002; Sexy girl nel 2004.

Vorrei…ma non è dato sapere

I Lunapop pubblicano Squérez nel 1999 e io anni dopo avrei dato i miei primi baci filanti sulle note delle loro canzoni nel famoso labirinto di fronte alla villa comunale. L’anno non è dato sapere 😉 In ogni caso, grazie al meraviglioso Cesarone nazionale che continua a regalarci emozioni, non ce ne siamo nemmeno accorti che la band si sciolse quasi subito..

Se ci sarò se ci sarai
Saremo come gli occhi tuoi
La musica alzerà i toni
E forte in alto brillerà
Accenderà luci e colori
E nel mio cuore esploderà
Solo per te

Erano gli anni insieme alla mia Vespa nera 50 e i capelli schiacciati dal casco (oltre che dall’eccesso di spuma). Ammazza, digito parole e mi rendo conto che è sempre la stessa Bilba di una vita fa, che ancora metto in testa

2006 -2007 – gli anni del liceo.

Mentre scrivo, realizzo stupita che il 1999 è stato un anno fondamentale. Perché anche What’s my age again esce quell’anno. I Blink 182 hanno quasi ceduto i diritti ai video dei diciottesimi in classe mia! Realizzati da una già promettente stella, compagna di classe e oggi grande amica, che proprio in questi giorni lavorerà a Sanremo. Vedi un po’ te, come tutto torna.

2007 – Maturità, Mika e… Negramaro

Sono assolutamente convinta che non ci sia alcun bisogno di citare questi due titoli, pure i muri lo sanno, e sono ancora impregnati delle loro melodie. Dai, su che ve li dico: Relax, take it easy; e…” non senti che tremo mentre canto”.

2008 e…bene così.

Mi rendo conto che da questo momento in poi tutto si infittisce, i ricordi sono amari e insieme gioiosi, fanno le catapulte. Le canzoni cercano di farsi spazio, sgomitano e primeggiano tra loro. È difficile menzionarle e collocarle, è difficile raccontare.

Mentre i primi amici prendevano la patente, io l’odore di certi sedili non li scorderò mai. Come le iniziali sui vetri appannati, arrivare tardi insieme e non ammettere mai che forse ci si piaceva davvero, almeno un po’. E le melodie erano tra le più svariate, alcune talmente brutte e sgamabili che è meglio non citarle. E gli 883 che erano dappertutto, da un finestrino all’altro con i capelli al vento; Wanderwall degli Oasis e In my place dei Coldplay, onnipresenti, sembrano uscite ieri e invece invecchiano bene e continuano a scandire vite (sono rispettivamente del 1995 e del 2002).

Cori e menti anime migranti – e quell’importanza di perdersi per poi ritrovarsi. Possibile che questa canzone sia sparita dal web? Mi pare che la cantava Alborosie.

L’album La Finestra dei Negramaro pubblicato nel 2007 ha leccato le mie ferite durante la fine della mia prima, importante, storia d’amore. Canzone preferita: L’immenso. Quest’anno loro sono al Festival

Subsonica, Negrita…e… pensa, prima di sparare

Come dici? Canzoni dei Subsonica e dei Negramaro da aggiungere in playlist? L’odore; Mama maè.

2009-2010 –gli anni più dolorosi

Poi c’è stato Ligabue, mi sono avvicinata alle sue canzoni durante il periodo più brutto della mia vita. In pochi giorni ho divorato tutti i suoi album, dal primo all’ultimo. L’ anno dopo, con delle persone fantastiche conosciute su facebook, ho preso un aereo per Campovolo. Era il 16 luglio 2011, il ricordo dell’intro di Questa è la mia vita come brano d’apertura, e le corde delle chitarre che fanno vibrare l’anima di Nic Bossini e Capitan Fede mi mettono ancora i brividi. Da allora, è stato un concerto dopo l’altro, del Liga ma anche di tantissimi altri cantanti.
Sì ok, aggiungi alla playlist è più forte di me, la mia canzone preferita di Ligabue.
Già che ci siamo, parliamo anche degli effetti collaterali del LIGA e aggiungi Bologna e piove di Federico Poggipollini ( è un po’ ‘na lagna, ti avviso). E Voglia di te dei Rio.

2014 – Fabi – Silvestri – Gazzè

Quel trio della scuola romana, quei tre fighi con un talento senza confini, che riescono sempre a stare perfettamente in bilico con una scarpa fuori e una dentro al mainstream si riuniscono e pubblicano un album, Il padrone della festa. A pensarci bene, le canzoni di quel disco non furono poi così memorabili. Memorabili sono loro insieme, che nonostante tutto ci ricordano che… Life is sweet.

Gli anni senza fine dell’Università e la musica indie

Poi è arrivata la musica indie. E anche qui la lista sarebbe lunghissima. Quanti concerti in quegli anni… I due ricordi più belli rimangono forse la cornice del Teatro antico di Tindari per l’Indigeno Fest e i The giornalisti nel febbraio del 2015 al Pulp Paper Cartiera a Catania. Lì eravamo appena una cinquantina di persone. L’anno dopo arrivò la loro consacrazione, con il sold out a San Siro nel luglio 2016. Quelle sonorità dei loro primi anni, rimangono l’emblema in cui affogare tutte le mie malinconie. Tutto il loro album Fuori campo del 2014  fu una rivoluzione.
Promiscuità, del 2014; Sold out del 2016. Tra le mie preferite.
E comunque Tommaso Paradiso, senza i Thegiornalisti dal 2019, non è stato più lo stesso.

2020 – Diodato e il lockdown.

Ci sono dei buchi in mezzo, che la musica ha sempre tentato senza arrendersi mai di colmare. Non c’è giorno senza di lei, anche quando rimane in silenzio per cantare i ritornelli in testa contro gli attacchi di panico, la solitudine e l’ansia per il futuro. E io mi fermerei qui, al pre-covid. Anche perché ricordare proprio tutte le canzoni significative è impossibile. Soprattutto perché si è fatto tardi, e l’intenzione iniziale di fare semplicemente una carrellata, si è trasformata in una delle mie solite pagine emotive. E soprattutto perché: serve distanza e poi, bisogna guardare al futuro.

E i ricordi e i pensieri fanno sempre un gran… Rumore.

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